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Diario di viaggio in Georgia
1: Arrivo in tarda serata a Tbilisi. Giro turistico (non richiesto) erogato da un tassista uguale a Bill Murray (apparentemente ubriaco), che dall'aeroporto − attraversando George W. Bush Avenue − ci conduce in città. Sul Corso Rustaveli, il principale boulevard della capitale, si possono ammirare: il Palazzo del viceré, il Parlamento, il Teatro dell'Opera. Pernottamento in un hostel gestito da una giovane coppia polacca, incredibilmente entusiasta del Paese.
2: Visita della città a piedi, con l'obiettivo di raggiungere tutti i punti più alti e panoramici. Dalla fortezza di Narikala, costruita dai Persiani nel IV secolo, si gode uno splendido panorama di Tblisi: i ponti sul fiume Mktvari, le chiese, i lavori in corso. Pranzo tipico al ristorante cinese. Bagno turco e massaggio presso le terme sulfuree Orbeliani. Il tramonto viene gustato dalla collina su cui sorge la torre della televisione. Aperitivo e cena con due georgiani tipici (cioè, completamente ubriachi a fine serata).
3: Disbrigo delle formalità da backpackers e spostamento in mashrutka verso Stepantsminda (Kazbegi), località montana situata a pochi km dalla Russia. Percorrendo la Strada Militare Georgiana (una delle strade più pericolose del mondo) si possono ammirare meravigliosi paesaggi, poi si attraversa la stazione sciistica di Gudauri (più brutta di Campitello Matese, e ho detto tutto) e infine, superato il passo di Jvari, si giunge a Kazbegi. Passeggiata per raggiungere la Chiesa di Tsminda Sameba (Santissima Trinità) di Gergeti situata a 2170 mt; da qui si può ammirare il magnifico panorama che si apre sull'imponente Monte Kazbegi (alto 5047 metri ) con il suo permanente manto di neve. Ritorno in hotel, cena tipica con vista sul monte (su cui, secondo il mito greco, fu imprigionato Prometeo), degustazione di vino rosso di produzione locale.
4: Nella romantica atmosfera del "Love day" (che a Kasbegi cade il 16 luglio), si effettua una passeggiata attraverso la spettacolare gola di Dariali fino al Tamar's Castle e al confine georgiano-russo (Nord Ossetia). Sulla via del ritorno deviazione per raggiungere, grazie a un facile sentiero, una magnifica cascata. Ritorno in hotel, pranzo e partenza verso Borjomi con un taxi condiviso con una coppia di francesi vestiti Decathlon. Sosta presso il complesso fortificato di Anauri (affacciato sul lago artificiale di Zhinvali) e a Gori (città natale di Stalin). In serata arrivo a Borjomi, cena e pernottamento.
5: Colazione a base di pelmeni e pancake. Escursione al parco di Borjomi-Kharagauli (nel sentiero, che secondo la Lonely Planet è molto frequentato, in sette ore abbiamo incontrato soltanto due persone, un'ora prima del traguardo). Cena in ristorante tipico situato nella stazione dei treni. Passeggiata per Borjomi by night (tutti pazzi per le lucine colorate).
6: Visita di Vardzia, monastero rupestre scavato nel fianco del monte Erusheli, fatto costruire dalla regina Tamar nel 1185. Esso serviva per difendersi dai mongoli, fu in gran parte distrutto dal terremoto del 1283 e infine saccheggiato dai persiani a metà del Sedicesimo secolo. Pranzo in ristorante tipico sul fiume. Trasferimento in mashrutka a Batumi, affacciata sul Mar Nero, mecca del divertimento per ogni georgiano che si rispetti. Aperitivo di benvenuto presso un bar con musica e balli tipici armeno-turchi. Sistemazione presso una lussuosa suite dotata di tv al plasma, sistema home theater e vasca idromassaggio, nonché vista panoramica sulla città (al prezzo di una camera normale).
7: Giornata libera a Batumi per meditare sulla propria vita e confrontarla con quella altrui. Giro in barca, spiaggia e altre tipiche attività balneari. Pernottamento in treno.
8: arrivo a Tbilisi di primo mattino. Preso possesso della camera in hotel, attraversiamo in mashrutka la regione dei Kakheti, famosa per le viti e la produzione di vino, per raggiungere Davit Gareja (l'ultimo tratto deve essere obbligatoriamente compiuto in taxi). Qui sorge un vasto complesso monasteriale fondato nel VI secolo, costituito da diversi ambienti ricavati nella roccia. Durante il periodo sovietico l'area era usata come poligono di tiro e solo da pochi anni i monaci vi hanno fatto ritorno. Prendendo un sentiero che parte dietro al monastero, si sale fino a scollinare: da qui si apre un panorama mozzafiato sull’Azerbaigian, la cui frontiera è vicinissima; continuando ad andare su si raggiunge il monastero abbandonato di Udabno, costituito da grotte affrescate. Ritorno alla capitale senza essere mai riuscite a raggiungere Sighnaghi. Pomeriggio libero per lo shopping e cena in ristorante nei pressi del fiume.
Racconto di viaggio completo "CHE CAUCASO, UN'ALTRA GUIDA DI VIAGGIO!"