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È Lusitania

Questa viaggiatrice non aveva programmato un itinerario preciso, ma aveva una certezza: non mettere piede in Algarve, dove le spiagge quasi mediterranee attraggono troppi turisti agostani.
La viaggiatrice dunque, in possesso di una fiammante auto a noleggio, si è diretta verso nord. Ha costeggiato l'Oceano, riuscendo però a intravederlo soltanto, per esempio all'altezza di Vila do Conde, e si è persa un po' tra le statali, le autostrade a pedaggio e quelle a radar. Poi è arrivata a Viana do Castelo e lì ha deciso di parcheggiare e di passeggiare per il centro storico. Nella piazza principale c'era una fontana che ha colpito molto la viaggiatrice: l'eroico e barbuto navigatore vianense Diego Alvarez Correia cavalca il mare insieme alla bella india Paraguacu, entrambi in perizoma e fluenti chiome rasta. Vicino al punto dove il fiume Lima sta per finire la sua corsa e raggiungere l'oceano, invece, c'era un monumento non bello ma, forse, significativo. La viaggiatrice ha raggiunto poi il Monastero di Santa Luzia con la funicolare e dall'alto del colle ha ammirato, come se fosse una carta geografica, la foce scintillante e, in lontananza, un'ampia insenatura sabbiosa affollata dai surfisti impazziti di gioia.
Mancavano ancora diversi giorni alle famose Festas de Senhora d'Agonia e la viaggiatrice non ha trovato altri motivi per restare a dormire a Viana. Era ormai pomeriggio inoltrato e (per quanto la luce sia molto lunga a occidente) aveva voglia di stabilirsi in un luogo preciso e fare finta che lì, per un paio di giorni, fosse la sua casa. La curiosità di vedere da dove traesse la sua forza questo fiume Lima, fino a poco prima sconosciuto, l'ha portata a costeggiarlo fino ad arrivare a Ponte de Lima.
Meno male che all'ultimo è venuta fuori la moglie del gestore del bar, perché se fosse rimasta nel retro a sbrigare le sue faccende, nessuno avrebbe indicato alla viaggiatrice neo-arrivata la "Mercearia da vila" dove dormire e la viaggiatrice avrebbe pensato, Ecco, un altro portoghese del nord scontroso. E Marta, che ha studiato in Italia, non avrebbe liberato la viaggiatrice dall'imbarazzo di chiedere in ispano-portoghese italianizzato se avessero una camera libera. La camera libera si chiama la sala del tè, è bianca e verde e profumata; da una delle finestre si vede uno scorcio del fiume Lima, su cui si affaccia questa cittadina curata come un salottino di rappresentanza.
Adesso il lettore curioso potrebbe chiedere come mai quella parola, Ponte, nel toponimo in questione, e la viaggiatrice potrebbe rispondere piccata che ovviamente c'è un ponte sul fiume Lima ed è proprio lì, accanto al gigantesco parcheggio e alle decine di sagome di centurioni romani allineati. Con un po' di saccenza potrebbe aggiungere, a vantaggio dell'insaziabile lettore, che il ponte è stato costruito dai romani (non lo sa che ai tempi dell'Impero questa terra si chiamava Lusitania?).

Racconto di viaggio "C'ERA UNA VOLTA... IN PORTOGALLO"

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