- Categoria principale: Storie in Europa
- Categoria: Cechia
Moravia meridionale
Alla stazione di Brno viene a prendermi Ingrid, con cui attraverso il centro storico (Municipio vecchio, piazza della Libertà, piazza Moravia), apprezzando subito i magnifici palazzi austroungarici e il festoso clima estivo di bancarelle e sedie a sdraio. La statua equestre di Jobst di Moravia in Moravské náměstí ci ricorda le origini medievali di Brno, quando era la sede dei margravi del Lussemburgo, importanti governanti feudali di confine nell'ambito del Sacro Romano Impero. Uno di loro, alla fine del 1300, era appunto il nostro Jobst, un sovrano ambizioso e versatile, che dominò le lotte in corso all'interno della dinastia lussemburghese. La recente statua in bronzo (risale al 2015) è alta otto metri e raffigura in maniera piuttosto controversa un cavaliere in armatura seduto su un cavallo con delle zampe parecchio lunghe.
Lo stinco di maiale che avevano ordinato alla locanda "U Semináru" è buonissimo e la birra, leggera ed economica, mi ricorda che sono di nuovo nella Repubblica Ceca (che adesso ha cambiato nome e ufficialmente si chiama Cechia). Terminiamo la serata a casa di amici su una piacevole terrazza da cui si vede lo Špilberk illuminato.
Brno, la seconda città del Paese dopo Praga, è il capoluogo della regione della Moravia Meridionale, che oggi andremo ad esplorare insieme alla folta comunità locale di expat. Tanti stranieri come Ingrid, italiana, e suo marito Bjorn, islandese, hanno deciso di trasferirsi in questa città che ospita diverse fabbriche e multinazionali conosciute a livello mondiale. Molti di loro hanno trovato molto conveniente il costo della vita qui rispetto agli stipendi a cui potevano ambire, anche se ultimamente i prezzi sono aumentati parecchio ed è sempre più difficile trovare alloggi economici. Un treno con cambio ci conduce a Kobylí dove ci aspetta per prima cosa la visita al museo etnografico. A seguire intraprendiamo una lunga passeggiata sotto il sole cocente tra i vigneti per cui la regione è famosa, facendo una sosta al Kobylí vrch, terrazza panoramica in legno a forma di spirale, e raggiungendo poi le cantine di Vrbice, delle specie di grotte che mi ricordano i cosiddetti "palmenti" di Pietragalla, in Basilicata. Infine il pezzo forte della giornata: la degustazione di vini in una delle tante aziende vinicole della zona. Piuttosto alticci torniamo in città con un comodo autobus, terminando la giornata in birreria con i pochi partecipanti non ancora paghi, degno coronamento di una bellissima giornata nella quale ho conosciuto tante persone provenienti da tutto il mondo.
L'edificio storico più celebre di Brno (a parte le opere di Mies van der Rohe) è la fortezza dello Spielberg, nota in Italia soprattutto per aver alloggiato nelle sue celle molti patrioti italiani nel periodo risorgimentale. Dichiarata monumento culturale nazionale e poi oggetto di un'ampia ristrutturazione, oggi è sede di un museo che vado a visitare in questa ultima giornata molto calda, smadonnando con il mio bagaglio sulla ripida salita. Il castello è costituito dal piano sotterraneo, dove ci sono le casematte, il piano superiore dove c'erano le celle di Silvio Pellico, Pietro Maroncelli e degli altri carbonari, e il piano delle casematte di Leopoldo, dove c'erano le camere di tortura.
Durante la Guerra dei trent'anni, grazie anche a questo edificio difensivo, Brno resistette all'attacco dell'esercito svedese per ben 112 giorni, finché finalmente gli assedianti decisero di rinunciare se non fossero riusciti a conquistare la città prima di mezzogiorno del giorno dopo (orario in cui il comandante aveva ordinato la ritirata). I cittadini di Brno, temendo un ripensamento e ansiosi di essere liberi dall'assedio, convinsero i parroci a suonare le campane ogni ora con qualche minuto di anticipo, così il giorno dopo il mezzogiorno fu suonato un'ora prima e gli svedesi iniziarono la ritirata: da allora le campane suonano ogni giorno il mezzogiorno alle 11:00 in memoria della liberazione della città. La leggenda narra che il comandante in questione fosse immortale e che l'unico modo per ucciderlo fosse mediante una palla di vetro lanciata a mezzanotte secondo uno speciale rituale magico: a questo fanno riferimento le biglie di vetro all'interno dell'orologio astronomico in Náměstí Svobody, che emettono un suono a intervalli regolari. Esattamente alle 11 (il "mezzogiorno di Brno"), la biglia appare in uno dei quattro fori di rilascio più bassi dove può essere afferrata e conservata come souvenir.
Successivamente lo Špilberk fu trasformato nella fortezza barocca più imponente sul territorio moravo, diventando fondamentale per respingere l'assedio delle truppe prussiane di Federico il Grande. Quando la città venne occupata da Napoleone (alle sue porte venne combattuta la battaglia di Austerlitz), la fortezza fu parzialmente distrutta, perdendo la sua importanza militare. L'edificio fu completamente trasformato nel 1820 nel carcere più duro dell’Austria, dove furono imprigionati i detenuti che avevano commesso i reati più gravi, ma anche i prigionieri politici che lottavano per ottenere l'indipendenza dall'Impero austriaco e i diritti democratici nelle loro nazioni. Dal 1855 al 1959 fu utilizzato come caserma militare, tranne nel periodo dell'occupazione nazista, quando divenne un campo di raccolta e di concentramento di prigionieri e detenuti politici, una parte dei quali fu uccisa, una parte trasportata nei campi di sterminio. Negli ultimi mesi di guerra i nazisti costruirono le casematte nella parte sottostante e installarono una ghigliottina, la quale per fortuna non potè entrare in funzione poiché l’armata sovietica liberò Brno il 25 e 26 aprile 1945.
Dall'alto della collina si vede un bel panorama della città, tra cui spicca l'abbazia agostiniana di San Tommaso, dove Gregor Mendel compì i suoi celebri esperimenti, e il museo a lui dedicato. A Brno nacque, tra l'altro, Kurt Friedrich Gödel, uno dei più grandi logici di tutti i tempi.
Dopo una gustosa tartare divorata in una ombrosa terrazza, mi avvio verso la stazione a prendere il treno per Bratislava.
Racconto di viaggio "MITTELEUROPA. Vienna, Moravia e Slovacchia in solitaria"