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La piazza della Libertà di Budapest
In piazza della Libertà (Szabadság tér), nel centralissimo quartiere di Lipótváros, sorge un curioso monumento. L’arcangelo Gabriele (simbolo dell’Ungheria) sta in piedi a braccia spalancate su una colonna posta al centro, mentre su di lui incombe una terrificante aquila tutta nera. Ai due lati ci sono altre colonne mozze e ai piedi del monumento i turisti sono attirati da una serie di oggetti: ciottoli, candele, fiori, scarpe, valigie, e un filo spinato su cui sono appesi documenti, lettere e foto di persone morte nei campi di concentramento.
Dei cartelli in tutte le lingue spiegano il senso di questo "contro-monumento vivente" sorto spontaneamente per contestare quest'opera, considerata falsa e revisionista, che ricorda le vittime dell'occupazione tedesca. Il popolo ungherese infatti, durante il periodo nazista, non era propriamente innocente come l'arcangelo Gabriele, e la colpa non è tutta dei tedeschi come l'aquila imperiale vorrebbe suggerire: l'Ungheria governata da Horthy era alleata con il Terzo Reich e l'amministrazione contribuì alacremente allo sterminio di quasi mezzo milione tra ebrei, rom e omosessuali ungheresi.
Le proteste delle varie associazioni vanno avanti dal 2014, quando il governo di Orbán decise da un giorno all'altro di erigere il monumento (di notte, in segreto): esse si oppongono fermamente a chi vorrebbe cancellare la storia e affermano che l’unico modo per capire e superare il passato consiste nell'affrontare le proprie colpe (atteggiamento che sarebbe molto utile anche nel nostro Paese).
Il monumento alle vittime dell'occupazione tedesca non è l’unica opera controversa presente in piazza della Libertà. Intanto, di fronte alla chiesa presbiteriana dalla fine del 2013 è esposto un mezzobusto del governatore collaborazionista Miklós Horthy, che governò dal 1920 al 1944, un’altra operazione in linea con il revisionismo storico tanto amato dal governo di Orbán.
Procedendo verso nord, una statua di Ronald Reagan è collocata sulla strada che collega il palazzo del parlamento con l’ambasciata americana (davanti alla quale, se potesse muoversi, incontrerebbe la statua di George Bush senior). Il presidente che disse a Gorbaciov “Abbatti questo muro” e che definì l'Unione Sovietica “l'Impero del Male”, secondo un politico ungherese sembra ironicamente che faccia la guardia al monumento all’esercito sovietico che liberò l’Ungheria dai nazifascisti, l’unico di questo tipo rimasto a Budapest dopo il repulisti dell’89. Quell’anno infatti la maggior parte delle opere commemorative di eroi sovietici furono demolite o spostate nel Memento park, tranne questa che comunque funge anche da tomba dei soldati sovietici che persero la vita nell'assedio di Budapest, e infatti ci sono stati grandi dibattiti sull'opportunità o meno di spostarla.
Racconto di viaggio "WALKING TOUR IN BUDAPEST"