- Categoria: Storie in Italia
CHE PO' PO' DI DELTA
L'area del Delta del Po è un ambiente unico al mondo, ma stenta a decollare veramente dal punto di vista turistico, anche perché – essendo a cavallo tra l'Emilia-Romagna e il Veneto – è interessata da due differenti interventi di valorizzazione regionale, che hanno sempre avuto difficoltà ad allinearsi tra loro.
All'ingresso sud del Parco regionale emiliano troviamo la Salina di Cervia, la più settentrionale d’Italia, che si estende per 827 ettari all'interno di una riserva naturale di popolamento e di nidificazione per molte specie animali e vegetali, in particolare uccelli come l’avocetta e il cavaliere d’Italia, ma anche un sacco di gabbiani opportunisti e, solo per chi è fortunato, i fenicotteri. In Salina non è possibile accedere in modo autonomo, ma solo con escursioni guidate a piedi e in barca elettrica. La stagione migliore è tra fine agosto e inizio settembre, quando avviene il rito della cavadura, ossia la raccolta del sale: i bacini infatti in questo periodo assumono il tipico colore rosa che deriva dalla presenza dell’alga dunaliella. Quello prodotto a Cervia è un sale dolce unico al mondo perché privo dei cloruri amari.
Ravenna
Superata la sfilza dei lidi (e Mirabilandia), vale la pena dedicare almeno una mezza giornata a Ravenna, la città dei mosaici, per visitare il classico itinerario dei monumenti tutelati dall'Unesco: 1) Sant'Apollinare in Classe (appena fuori città ma un tempo situata in riva al mare) è la basilica più imponente, nota per il grande mosaico che rappresenta una croce tra le stelle, circondata da un verde paesaggio popolato da pecorelle-apostoli, e al centro di tutto la figura del santo a cui è dedicata. 2) Mausoleo di Galla Placidia, voluto dall'imperatore Onorio (che trasferì la capitale dell’impero d’occidente a Ravenna) per dedicarlo alla sorella: indimenticabile il cielo stellato riprodotto a mosaico sulla volta. 3) Basilica di San Vitale, tempio a forma ottagonale, con splendidi mosaici, una cupola affrescata e un labirinto disegnato sul pavimento. 4) Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, con le tre enormi fasce di mosaici lungo le pareti. 5) Il Mausoleo-Tomba di Dante, il quale morì a Ravenna durante il suo esilio. 6) Il Battistero Neoniano o degli Ortodossi, la risposta cattolica del vescovo Neone all’eresia Ariana, che proprio a Ravenna aveva avuto il massimo splendore sotto il regno di Teodorico. I mosaici decorano anche le targhe con i nomi delle vie e sono prodotti e venduti in molti negozi.
Comacchio
… e la città ch’in mezzo alle piscose paludi, del Po teme ambe le foci, dove abitan le genti disiose che ‘l mar si turbi e sieno i venti atroci.
(Ludovico Ariosto, "Orlando Furioso", III, 41)
Come il pesce colà dove impaluda / ne i seni di Comacchio il nostro mare, / fugge da l'onda impetuosa e cruda / cercando in placide acque ove ripare, / e vien che da se stesso ei si rinchiuda / in palustre prigion né può tornare, / che quel serraglio è con mirabil uso / sempre a l'entrare aperto, a l'uscir chiuso.
(Torquato Tasso, "Gerusalemme liberata", VII, 46)
Procedendo lungo la trafficatissima via Romea, ecco Comacchio e le omonime valli. Siamo ormai in provincia di Ferrara, in quella che è stata un'isola fino al 1821. I simboli di questa piccola Venezia (in acerrima tenzone con la vera Venezia per un lungo periodo nell'Alto Medioevo) sono il complesso architettonico dei Trepponti, creato nel 1634 dall'architetto Luca Danesi, e le anguille, che quasi quasi rubano la scena alle onnipresenti piadine.
Tra i rami del Po
Ancora valli e canali fino al Po di Volano ed ecco l'Abbazia di Pomposa da un lato e il Bosco della Mesola dall'altro, fino ad arrivare a Goro. Tra Gorino e Gorino Veneto si passa il confine di regione e si entra nella piccola e frastagliata penisola pianeggiante – in continua trasformazione – divisa in tanti isolotti dai numerosi rami del Po.
Da Gorino Ferrarese partono motonavi turistiche molto capienti che discendono il Po di Goro (dove si coltivano cozze e vongole, servite poi per pranzo), passano davanti al vecchio Faro (punto di confine fra terra e mare, sull'isola dell’Amore) e proseguono costeggiando l’isola del Bacucco fino alla foce del Po di Gnocca; navigando tra lagune, fitti canneti e grossi gruppi di fenicotteri le crociere raggiungono la Sacca di Scardovari ed il magazzino del riso, per poi rientrare al punto di partenza.
Al tramonto, quando la luce diventa surreale, seguendo lentamente il corso dei canali si entra nello spirito del Delta, dove facilmente si perde il senso del tempo. I filari di pioppi sono dritti e non se ne vede la fine, i campi di colza gialli come canarini, i ponti di barche a pedaggio un modo caratteristico per accorciare le distanze ed entrare nell'Isola della Donzella. Qui per trovare hotel e agriturismi ci si può rivolgere alle località Tolle e Ca' Tiepolo; altrimenti si può attraversare il Po di Venezia con un ponte (normale) e cercare un posto semplice dove assaggiare un risotto al radicchio a Porto Tolle, sull'isola Ca' Venier.
Il comune di Porto Viro prende il nome dal "taglio" omonimo che fu realizzato dalla Repubblica di Venezia tra il 1600 e il 1604, una grande opera idraulica che deviò il corso del Po attraverso lo scavo di un canale di 7 km. Il territorio oggi si trova in parte sotto il livello del mare e include spiagge, fertile campagna, valli palustri, lagune e isolotti sabbiosi chiamati scanni. Lungo il Po di Venezia c'è una bella pista ciclabile sulla quale è un piacere pedalare con lentezza vicino all'argine e ai canneti, ammirando dall'altro lato campi di barbabietole, mais, riso e colza, casoni diroccati e ville patrizie.
Procedendo in auto da Porto Viro verso nord si raggiunge il confine settentrionale del Parco, delimitato dal Fiume Adige. La sua foce la si può ammirare dalla torre panoramica apposita, non lontana dalla bella spiaggia di Rosolina Mare con la sua splendida pineta. Se proseguissimo ancora un poco incontreremmo la foce del Brenta e la città di Chioggia, ma saremmo già fuori dal Delta.
Per tornare indietro si può effettuare un anello percorrendo la “Via delle Valli”, una stretta striscia di terra in un labirinto d'acqua delimitato a Est dall'isola Albarella: un itinerario ideale per gli amanti del birdwatching vista la presenza, tra gli altri, di aironi, cavalieri d'Italia, avocette e fenicotteri, ma anche per i pescatori (nelle lagune trovano rifugio numerose specie di pesci, tra cui il branzino). Porto Levante, tipico villaggio di pescatori dotato di due darsene, si affaccia direttamente sull'Adriatico: un tramonto molto arancione pare fatto apposta per coronare questa magica esperienza nel luogo in cui "la terra non comincia ed il mare sembra non finire".