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Che cos'è l'Europa
Ero seduta ad una macchina da cucire a mobiletto sulla terrazza del locale Singer. Alle 11 di sera, finalmente una lievissima brezza stava soffiando nel quartiere ebraico di Kazimierz. Avevo socializzato con alcuni turisti europei, americani, australiani. Il canadese viaggiava in Europa con un gruppo organizzato: in dieci giorni avrebbero visitato Budapest, Praga, Cracovia e chissà cos'altro; era la prima volta che veniva in Europa ed era veramente esaltato dall'abbondanza di testimonianze storiche. Quando se n'è andato, io e lo svedese ci siamo guardati perplessi. Per noi la Polonia era molto differente dalle nostre rispettive terre di provenienza e facevamo fatica solo a immaginare che cosa volesse dire "Europa", per il canadese (il quale, oltretutto, aveva confuso la Svezia con la Svizzera).
Ad esempio, la Polonia è un posto in cui è considerato sintomo di stupidità sorridere a uno sconosciuto. Non a caso, sull'aereo del ritorno la mia vicina di posto, Małgorzata, mi ha fatto una testa così con il suo amore per l'Italia, dove tutti ti sorridono e ti aiutano, e accoglieva con rassegnati cenni del capo i miei racconti relativi alle difficoltà di comunicazione incontrate nel suo Paese.
Le stazioni degli autobus polacche, in particolare, sono il tempio dell'asocialità reale. Alla biglietteria stanno sedute queste donne dalle pettinature gonfie e antiquate che non solo sono geneticamente incapaci di sorridere, non solo non spiccicano nemmeno una parola di inglese, ma non hanno nessuna intenzione di interpretare i gesti. È questo il motivo per cui ho viaggiato quasi sempre in treno, e quelle uniche due volte che ho preso l'autobus ciò è stato possibile soltanto grazie a due anime pie di giovanotti che hanno dovuto intercedere per me.
Voglio dire che questo è un vero peccato perché io amo viaggiare in autobus − e soprattutto adoro i conducenti degli autobus polacchi, con i loro baffoni alla Boniek, lo sguardo malandrino e le camicie anni Settanta, che mangiano zuppe bollenti alle stazioni di servizio.
Racconto di viaggio "1500 CHILOMETRI DI PIANURA. Itinerario estivo in Polonia"