home3.jpg

- Sta succedendo dappertutto, vero?
- Più o meno, - risposi.
- E il governo che cosa fa?
- Niente.
- L'ha detto lei, non io. Nella nostra lingua esiste una sola parola per definire quello che stanno facendo, e lei l'ha trovata esattamente. Non sono affatto sorpreso. Ma a pensarci bene, che cosa c'è che "potrebbero" fare? Quello che si sta realizzando, si sta realizzando in maniera definitiva. Non c'è governo al mondo abbastanza grosso per fermarlo. Una persona come lei conosce le dimensioni dell'esercito permanente indiano?
- Un milione.
- Non l'ho detto io, ma lei. Un milione di soldati, e non riescono a fermarlo. Lo sa chi ha l'esercito permanente più grosso del mondo?
- Sarà la Cina o la Russia, immagino, anche se non bisogna dimenticare i vietnamiti.
- Dica un po': i vietnamiti sono in grado di fermarlo?
- No.
-È arrivato, le pare? La gente lo avverte. Ce lo sentiamo nelle ossa. Sta venendo il regno di Dio. Era un uomo snello, con i capelli radi e uno spazio tra i due denti centrali. Stava agevolmente accosciato, sembrava avere le giunture sciolte e stare comodo. Mi resi conto che portava vestito e cravatta con le scarpe da ginnastica.
- Non sono giorni grandiosi? - chiese.
Lo esaminai in volto, cercando di scoprirvi un'indicazione per la risposta giusta.
- Lei lo sente realizzarsi? È in arrivo? Lei "vuole" che si realizzi?
Lo chiese molleggiandosi sulle dita dei piedi.
- Guerre, carestie, terremoti, eruzioni vulcaniche. Tutto sta cominciando a prendere forma. Dica lei: esiste qualcosa che possa impedirgli di realizzarsi, una volta che si sia messo in moto?
- No.
- L'ha detto lei, non io. Inondazioni, tornadi, epidemie di strane malattie nuove. È un segno? È la verità? Lei è pronto?
- Ma è proprio vero che la gente se lo sente nelle ossa? - chiesi.
- Le buone notizie fanno in fretta a diffondersi.
- Ne parlano? Nelle sue visite porta a porta, ha l'impressione che lo vogliano?
- Macché vogliono e non vogliono. Il problema è: dove vado a iscrivermi? Tiratemi subito fuori di qui. La gente chiede: «Ci sono cambiamenti stagionali, nel regno di Dio?» Chiede: «Ci sono i ponti a pedaggio? Ci sono i vuoti a rendere?» Voglio dire: sono tutti strapronti.
- Quindi secondo lei sarebbe una valanga.
- Una folla, tutta d'un colpo. Molto ben detto. Del resto mi è bastato un'occhiata, per dirlo. Questo è uno che capisce.
- I terremoti non sono in aumento, statisticamente parlando.
Mi rivolse uno sguardo pieno di condiscendenza, che sentii meritato, anche senza sapere perché. Forse era una finezza assurda star lì a tirar fuori statistiche di fronte a fedi, paure, desideri incrollabili.
- Come pensa di passare la resurrezione? - chiese, come se parlasse di un prossimo weekend lungo.
- L'avremo tutti?
- O si è tra i dannati, o tra i salvati. I dannati marciscono per strada. Arrivano a sentire gli occhi che gli cascano dalle orbite. Li si riconosce dall'appiccicosità e dai pezzi che perdono. Individui che si lasciano dietro delle scie vischiose, prodotte da loro stessi. Armageddon è così spettacolare grazie a tutto quel marcio. I salvati invece si riconosceranno dalla pulizia e dalla riservatezza. Non si mettono in mostra loro.
Era una persona seria, realistica e pratica, dalla testa fino alle scarpe da ginnastica. Mi stupivo della sua bizzarra certezza, della sua mancanza di dubbi. Che Armageddon fosse proprio questo? Nessuna ambiguità, niente più dubbi. Era pronto per l'aldilà. E stava costringendo l'aldilà a insinuarmisi nella mia coscienza, meraviglioso evento che a lui appariva un fatto reale, evidentissimo, ragionevole, imminente, vero. Io non mi sentivo Armageddon nelle ossa, ma mi preoccupavo per tutti quelli che invece lo sentivano, che erano pronti, che lo desideravano fortemente, che facevano telefonate e prelievi in banca. Se c'è abbastanza gente che lo desidera, si realizza? E quanta gente ci vuole? Perché stiamo conversando in questa posizione accosciata, da aborigeni?
Mi porse un opuscolo intitolato «Venti errori comuni sulla fine del mondo».