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Black lives matter
Il Whole Foods Market di Union Square funziona in un modo tipicamente newyorkese: fai la spesa al supermercato al piano terra, molto fornito anche di piatti pronti, poi paghi e ti vai a mangiare il tuo cibo ad uno dei tavoli al piano di sopra; qui un inserviente ti dice che non si può bere alcol e dunque la lattina di birra che hai appena comprato la puoi bere solo in albergo, quando è diventata caldissima. In compenso, tutto è biodegradabile.
Di fronte, nella piazza, intanto vanno avanti le manifestazioni "Black Lives Matter": ieri Alton Sterling, 37 anni, afro-americano, padre di cinque figli, è stato ucciso dalla polizia a Baton Rouge, Louisiana, dopo una colluttazione. Oggi un'altra morte incendia il clima tra forze dell'ordine e la comunità dei neri americani: Philando Castile, afroamericano di 32 anni, è stato colpito dagli spari della polizia mentre era in auto con la moglie e la figlia piccola. Stavolta è successo nei sobborghi di Minneapolis, Minnesota. L'uomo è stato portato in un ospedale in condizioni gravissime ed è morto poco dopo.
Il Metropolitan Museum è così grande che non ha alcun senso visitarlo tutto, se non per ammortizzare i 25 dollari di biglietto. Tranne una breve pausa sul terrazzo panoramico, esegui un vero e proprio tour de force dal padiglione egizio a quello di arte e architettura islamica, dall’estremo oriente al liberty e poi hai il coraggio di vedere tutti i quadri impressionisti più famosi del mondo e addirittura di sconfinare nelle sale dedicate all'arte contemporanea. Quando esci pioviggina, tu non capisci più niente e non te la senti di correre ai cloisters, che sono da tutt'altra parte. Ripieghi dunque sul Main Concourse, l'atrio principale della Grand Central Station; per la cena non mangi le ostriche al celebre Oyster Bar bensì ti dirigi verso la sede dell'ONU e con molto understatement ceni in un anonimo ristorantino cinese.
Passeggi tra le strade da archeologia industriale di Chelsea fino al molo, dove ti fermi per un drink in un suggestivo bar su una chiatta. Poi, incroci un'altra manifestazione. La scorsa notte, dopo i due omicidi di afro-americani e le conseguenti proteste, si è compiuta la strage di Dallas ad opera di un venticinquenne riservista dell'esercito americano che aveva prestato servizio in Afghanistan: cinque poliziotti sono morti e sette persone sono rimaste ferite, di cui due civili. Stasera si protesta contro il “white silence", il silenzio dei bianchi, che permette agli oppressori di continuare ad opprimere. Secondo i promotori, i bianchi hanno la responsabilità di usare il loro pigmento e il loro privilegio per combattere contro l’ingiustizia: tacendo, è come se prendessero loro stessi le pistole in mano. Il silenzio significa accettazione e invece non è accettabile un mondo in cui nel 2015 sono stati ammazzati così tanti neri dalla polizia.
Di domenica ti tocca assistere alla messa ad Harlem, che nel tuo caso si tiene presso la chiesa metodista di Salem. Sul programma del servizio dell’ottava domenica dopo Pentecoste in copertina i nomi e le foto dei morti della settimana, afroamericani e poliziotti. Il sermone del rev. Dr. Marvin A. Moss, Senior Pastor, che invita a pregare per questi fatti di cronaca apparentemente anacronistici, è disponibile anche su CD al prezzo di 7 dollari. Il momento più sentito è quello delle offerte, quando grossi piatti colmi di banconote (molte delle quali uscite dai portafogli dei turisti stranieri che costituivano la maggior parte assoluta della platea) venivano condotti all’altare.
L’eleganza degli abiti della domenica è quella che hai imparato a conoscere sin da piccola guardando sit-com come I Jefferson e I Robinson. Alcuni abitanti di Harlem hanno sfoggiato queste mise per recarsi al ristorante e rimpinzarsi di un abbondante e tipico brunch. Tu invece anche oggi hai pranzato con un paio di bagel offerti con munificenza al monotematico buffet mattutino dell’hotel, riempiti di philadelphia e incartati in un tovagliolo.
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