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Una giornata particolare in Albania
Saranda è la città d’Albania più strutturata dal punto di vista del turismo estivo, infatti offre servizi ed attrazioni rivolti soprattutto alle famiglie meridionali con pochi soldi, molti chili di troppo, bambini rompicoglioni, magliette elasticizzate con scritte dorate.
La passeggiata di Saranda, meglio nota con l’esotico nome promenade, è un carnaio durante le serate di agosto. Le alternative non è che siano tanto meglio comunque. Per esempio c’è il locale del genere terrazza tutta bianca con musicadimmerda. Oppure il club buio e sordido con le ragazze che appena entra un cliente se lo contendono e non a caso quando ci sono andata io due di loro stavano quasi per arrivare alle mani, e una Heineken costa 4 euro.
A Saranda ho provato a prelevare i Lek in tutti gli sportelli ATM di tutte le banche conosciute e non, senza alcun successo. Nemmeno ad Argirocastro c’ero riuscita ma là ne avevo provati solo tre, e comunque non mi rassegnavo visto che entrambe le mie carte funzionavano perfettamente in Bulgaria, Grecia e Macedonia del Nord. Per fortuna l’hotel di Saranda accetta i pagamenti con carta, ma pensare di spostarmi a Himarë o addirittura Dhërmi senza un soldo mi sembra azzardato, vista la scarsità di esercizi commerciali che hanno il POS.
A questo punto della storia fa la sua apparizione Cris, che è il manager dell’hotel in cui alloggio e parla un italiano decente. Siccome gli ho raccontato il mio problema con i soldi, Cris mi dice che ha un appartamento che si libera quella sera e che me lo può affittare facendomi pagare poi tramite l’hotel. Risolto velocemente l’affare mi chiede se voglio andare con lui al sito di Butrinto e poi al mare, visto che è domenica e non deve lavorare. Io non sono una che si lascerebbe mai sfuggire un’occasione del genere.
Cris sta un po’ sbattuto ma per una ragione molto valida, ossia ha passato la notte in prigione. Il fatto è che ha preso a pugni il cuoco, anche se il cuoco se l’era proprio cercata perché lo aveva insultato e addirittura gli aveva sputato in faccia. Oltre l’umiliazione di essere stato per la prima volta in prigione, il problema era che senza cuoco quella sera non poteva aprire il ristorante e inoltre anche due cameriere se n’erano andate e quelle nuove chiamate all’ultimo momento erano delle incapaci. Nel tragitto in macchina fino a Butrinto, capisco che Cris ha tanti pensieri, ma ciononostante mi sembra abbastanza di buonumore.
Questo sito archeologico più importante di tutta l’Albania risale a più di otto secoli prima di Cristo quando qui c’era la regione storica dell’Epiro. Cris non è la prima volta che viene qui e conosce bene questa storia anche perché pure lui è di origine epirota. Cris mi riferisce che Butrinto fu una città romana, poi fu distrutta da un terremoto, poi fu costruita la basilica paleocristiana e poi avvennero tante di quelle cose con alti e bassi che ora non ricordo, finché non entrò nell’Albania nel 1912. Poi mi racconta che i primi scavi archeologici cominciarono nel 1928 ad opera del governo fascista, infatti a quell’epoca Saranda si chiamava Porto Edda in onore della primogenita di Mussolini. Quando andiamo a pranzo apprendo che suo fratello si è convertito all’islamismo ed è diventato piuttosto fissato, perché in un periodo in cui stava in crisi esistenziale era entrato in contatto con un’associazione di musulmani fondamentalisti.
Cris lavora al comune la mattina, in albergo il pomeriggio più il fatto degli appartamenti, e insomma sgobba come un matto per guadagnare dei soldi perché gli stipendi albanesi sono da fame mentre lui vuole fare una bella vita. Quando andiamo in spiaggia scopro che i guai di Cris non sono finiti perché come se non bastasse la moglie se n’era andata di casa due settimane prima. Esausto da tutte queste storie che mi ha raccontato si addormenta sul lettino. Dopo ci andiamo a prendere un caffè in uno di quei bar con terrazza bianca di Saranda, da dove si vede bene il cemento, l’abusivismo edilizio e la bruttezza di questa città. Cris ha l'aspirazione di diventare assessore al turismo e condivide con me alcune delle sue molte idee: dipingere le facciate dei palazzi con disegni colorati, piantare molti alberi di una specie cinese a crescita rapida, organizzare dei viaggi per gli operatori turistici in luoghi tipo Bali dove sanno come si fa l'hôtellerie.
La sera saliamo al castello di Lëkurësit, antica fortezza ottomana oggi adibita a capiente ristorante pizzeria. C’è un gruppo che esegue brani tradizionali albanesi, ci sono tanti che ballano in cerchio tenendosi per mano e anch'io vado a ballare con Cris che tra le tante cose ha avuto pure il tempo di fare il corso di balli popolari albanesi.
Racconto di viaggio completo: "UNA DELIZIOSA MACEDONIA. Nord Macedonia, Grecia e Albania in solitaria"