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Phnom Penh a rimorchio

Presenza fissa di un viaggio in Cambogia sono i remork-moto, comunemente chiamati tuk tuk ma in realtà molto diversi dai mezzi usati ad esempio in Thailandia o in India. Si tratta infatti di motociclette con un piccolo rimorchio dotato di tettuccio: rispetto ai classici Ape Piaggio sono molto più spaziosi e la visibilità dell’esterno è maggiore. L'offerta è straordinariamente ampia e dovunque andassi c'era sempre almeno un driver che mi apostrofava con le dolci parole "tuk tuk?" Ne provo subito uno per recarmi al Museo nazionale, che ha sede in un elegante edificio rosso in terracotta con un bel giardino e ospita una meravigliosa collezione di sculture khmer risalenti al periodo preangkoriano e angkoriano. All'epoca la cultura locale era influenzata dalle due religioni più importanti dell'India, il brahmanesimo e il buddismo, per questo la maggior parte delle statue raffigurano divinità induiste come Visnu, Ganesh o Shiva.
Le altre attrattive principali della capitale si trovano tutte a poca distanza da qui e sono raggiungibili a piedi. Il mercato nuovo (Psar Thmei), ad esempio, è ospitato in un edificio in stile art déco recentemente restaurato che sembra una ziggurat babilonese: insieme al Museo Nazionale, al Palazzo Reale e a molti imponenti edifici pubblici, costituisce l'eredità del protettorato francese che qui è durato quasi un secolo. Il Wat Phnom invece è un tempio buddista molto frequentato per pregare e ottenere fortuna nella vita e successo negli esami scolastici o negli affari. Sulla collina, oltre al santuario (che si chiama vihara), c'è un gigantesco stupa, mentre in un padiglione c’è una statua raffigurante la sorridente Lady Penh, la donna leggendaria che trovò quattro statue di Buddha sulle sponde del Mekong e le collocò qui, fondando questa città il cui nome significa appunto ‘Collina di Penh’.
Il Palazzo Reale è una struttura maestosa (molto simile al suo omologo di Bangkok) caratterizzata dai classici tetti khmer e da ricche decorazioni dorate. Visto che è sede della corte reale, i visitatori possono accedere a ben pochi edifici, tra cui la Sala del Trono, utilizzata per le incoronazioni e altre cerimonie, e la Pagoda d’Argento, che si chiama così per il pavimento ricoperto da 5000 piastrelle d’argento del peso di un chilo ciascuna. Essendo uno dei pochi posti risparmiati dalle gigantesche rapine effettuate dai Khmer rossi, all’interno si trovano molte autentiche testimonianze della ricchezza e dello splendore dell’antica civiltà khmer, come un Buddha di smeraldo realizzato in cristallo Baccarat e un Buddha d’Oro di novanta chili ornato da 2086 diamanti.
La Cambogia è una monarchia costituzionale elettiva in cui il re viene scelto da un consiglio speciale e resta in carica per tutta la vita; nonostante sia il capo dello stato, ha solo un potere formale e simbolico. L’attuale re si chiama Norodom Sihamoni ed è sul trono dal 2004, dopo l'abdicazione di suo padre (il già citato Sihanouk, che ha regnato in maniera non continuativa sin dal 1941). Il suo nome è la combinazione delle prime due sillabe dei nomi dei genitori e ha un passato molto interessante. Visse infatti buona parte della sua giovinezza a Praga, dove studiò danza, musica e teatro; nel 1975 si trasferì insieme al padre in Corea del Nord, ospite di Kim Il Sung, dove studiò cinematografia. L'anno dopo fu obbligato dai Khmer rossi a tornare a Phnom Penh dove rimase confinato nel Palazzo Reale con la famiglia, finché non furono portati in Cina quando la capitale fu occupata dai vietnamiti. Due anni dopo si trasferì a Parigi dove visse per quasi due decenni insegnando danza classica e dirigendo la compagnia di ballo che aveva fondato. Nel 1990 diventò direttore generale e artistico di una società cinematografica e recitò come protagonista in uno dei film del padre, mentre nel 1993 fu nominato delegato della Cambogia presso l'UNESCO a Parigi.
Anche se molto meno carismatico del padre e in gran parte soggetto ai capricci del potentissimo primo ministro Hun Sen, ha dimostrato di essere un monarca gentile e rispettoso, svolgendo i suoi doveri con dedizione e vivendo una vita semplice. L'amore di Sihamoni per il balletto, unito al fatto che è stato sempre scapolo, ha alimentato molti pettegolezzi sulla sua sessualità: qualche anno fa ad esempio su Facebook è apparsa una fotografia in cui il volto di Sihamoni era stato photoshoppato su un'immagine porno gay; accanto c'era la scritta "Il re della Cambogia è gay". Se il re della Cambogia fosse davvero gay, ciò rappresenterebbe un significativo passo avanti per i diritti LGBT, ma finora ha sempre negato, limitandosi a dire che è a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Il mercato russo è un mercato coperto molto più affascinante del Psar Thmei: oltre a un vasto assortimento di bancarelle di oggetti artigianali, c'è un'area centrale dedicata ai generi alimentari, dove ci si può sedere a mangiare. Io ho ordinato una tipicissima zuppa di noodles, che di solito si mangia a colazione, che contiene anche la pasta di pesce salata e fermentata (il prahok), i germogli di soia, il latte di cocco e i fiori di banana commestibili. Il governo è da un po' che sta cercando di far entrare questo piatto – che si chiama num banh chok – nel Patrimonio Culturale Immateriale Unesco, sostenendo che, oltre ad essere gustoso, esso rappresenti un simbolo della solidarietà tra i funzionari governativi e i cittadini cambogiani di ogni ceto sociale.
Bassac Lane è il soprannome di un vicolo che è diventato il nuovo quartiere alternativo di Phnom Penh, dove sono sorti tantissimi ristoranti e locali molto frequentati la sera. Dopo aver passeggiato avanti e indietro un paio di volte, mi sono fermata in un bar molto vivace dove c’è una comitiva di expat (inglesi, srilankesi, sudafricani, tedeschi) piuttosto su di giri. Molti di loro bevono Espresso Martini, un cocktail a base di vodka, liquore al caffè e caffè espresso, e a quanto pare qualcuno ha esagerato nelle ordinazioni. Mentre costoro si scalmanano, alcuni ballando sui tavoli del bar, una serie di bambini davvero piccoli si affacciano vendendo fiori; a quanto pare vengono sfruttati da adulti senza scrupoli che li trascinano di locale in locale, probabilmente non dandogli nulla dei proventi del loro lavoro, ma i clienti del bar non ci trovano nulla di strano.
Dopo una bella dormita, alle 9 mi siedo al bancone vicino alla piscina e ordino un caffellatte. La temperatura è salita e il sole splende. Accanto a me il sudanese che vive qui già da qualche mese sta chiacchierando con un tizio pelato con una lunga barba nera, occhiali da sole, orecchini e ciondoli d’argento. Non appena l’amico se ne va, costui si gira dalla mia parte e si presenta. Scopro nell’ordine che è palestinese, ma vive qui da qualche mese; parla sei lingue compreso il russo e l’ucraino perché la sua ex moglie è ucraina e infatti ancora oggi vive a Mariupol insieme al loro figlioletto. Il mio nuovo amico è molto arrabbiato con Zelensky e con gli americani e gli europei che lo sostengono, mentre in fondo Putin non sta facendo altro che difendere i russofoni dell’Est da tutte le angherie che subiscono. Appurato che la democrazia per lui è una parola vuota, cerco un argomento che spieghi la mia avversione nei confronti delle autocrazie ma né i diritti delle donne né la libertà di opinione e di parola riscuotono il suo interesse. Solo quando faccio riferimento alle questioni di genere si accalora, spiegandomi che lui i gay non li vuole proprio vedere davanti a lui, visto che la vita dovrebbe essere fondata sulla riproduzione e loro, con la loro stessa esistenza, smentiscono questo assunto. Ovviamente anch’io, non avendo avuto figli, praticamente avrò vissuto una vita inutile; per fortuna sono donna e dunque, anche se fossi lesbica (dubbio che gli è rimasto), sarebbe meno grave degli uomini. Durante questa surreale conversazione, il palestinese continua a bere il suo whisky fumando una sigaretta dopo l’altra. Io tra il sole che ormai scotta, il caffellatte bollente e l’effetto del paracetamolo sono in un bagno di sudore, ma da quel momento in poi il raffreddore mi è praticamente passato. Quando alle dieci e mezzo il tizio se la svigna, la cameriera mi comunica che il tizio aveva passato la notte al club e mi chiede se mi fossi accorta che era ubriaco.

Racconto di viaggio completo "IN VIAGGIO A RIMORCHIO. Cambogia in solitaria"

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